Intorno

Rinata creatura
ch’illuminata non brilli
e pur d’opachi
riflessi risplendi:

a sguardi
che sanno sognare
la tua luce non neghi
ma più forte e preziosa
t’imponi,

ad occhi che luce
hanno visto
davvero.

..................Coesione apparente..................

Riconoscere
dell’intimo segnale
la forza delicata

(gli occhi)

esplicarsi d’aliti
innumerevoli
di gioia

(il respiro)

come lampi
di vite smorzate
rinascere

(il corpo).

Di questo percepire
ed altro
l’istante del contatto

(la pelle)

somma d’impossibilità,
molecole
di rinnovate luci

(le lacrime).

Niente più di questo

(io).

Ultimo silente

Se ormai non chiedi
se non quello che da tempo
t’appartiene, ed io mi nego,
ladro sono, lo confesso
e d’infima spregevole natura.

Variazioni d'Arte

(Era uso nei tempi andati che i grandi Maestri si divertissero a comporre variazioni su celebri motivi popolari dalla provenienza più varia, spesso raggiungendo le vette del capolavoro. Nello stesso modo, nel mio piccolo, ho preso spunto dalle parole dell'adorata Arte e ho scritto la mia versione un po' seria un po' no...
E poi mi dovevo pur far perdonare per il bidone...;) )

Si tende la distanza
tra il mio polso ed il tuo
e geme, se sfiorata
corda di violino.
Prigione – serenata
è il vano liberarsi dai tuoi occhi:
mi seguono
mute lune ciclopi.
(1986 - by Artemisia)

La Cayenna - secolo XIX

Si perde la speranza,
tra il mio polso ed il suo

tintinna, se sfiorata

la catena del vicino.

Prigione - desolata

è vano liberarsi da quei blocchi:

mi seguono

mute onde e cicloni.

- - - § - - -

Alcatraz - anni 30'

Si vede in lontananza

tra il mio polso ed il tuo

e suona, se avvicinata

sirena del destino.

Prigione – arroccata

è vano il tentativo degli sciocchi:

si susseguono

solo fughe di topi.

- - - § - - -

San Vittore - anni 90' ed oltre

Si teme la Finanza,

e tra il mio polso e il suo

gemon, se sfiorate

manette di celerino.

Prigione – piantonata

è vano liberarsi da quegli occhi:

mi seguono

telecamere ciclopi.