Notturno
Suonatore intermittente
di strumenti distonici
tamburello sincopi
che assecondano
ventricolari ritmi.
Allungo la mano…
Respiro carne e sangue,
predatorie voglie
mi deridono,
fanno di me
un volontario schiavo.
Ti cerco con le dita…
Aleggio fantasma
senza avere nulla
di rassicurante.
Ombra che non riesco
più a distinguermi,
pallida immagine
riflessa troppe volte.
Sento quel che rimane
del tuo calore…
Sfuggo a questa
mia porzione d’occhio
non ancora compromessa,
e arranco in qualche
buio angolo
della mia mente.
A volte riesco
anche a svegliarmi.
Ma poi più nulla.
Solo lenzuola vuote
nella mia mano…
6 Comments:
Questo notturno mi riflette immagini di tamburi in danze tribali africane con uomini con occhi scuri come il fondo di un pozzo che fiflettono il nulla.
Troverai di nuovo calore da stringere tra le tue dita e le lenzuola...fai tornare la luce dal pozzo, ok?
Un abbraccio.
volontari schiavi...
ci si chiude in spazi angusti memori di orizzonti passati
in pasto ai corvi
sognando colombe
il sogno puo' tramutarsi in realta'
Lenzuola vuote...stringele con altre mani....ne scoprirai la pienezza
@Astralla:
mi piace questa idea del ritmo, ricorda il dormiveglia che si stende su di noi come l'onda sul bagnasciuga.
@henry:
le nostre gabbie ogni tanto ci fanno comodo, lavorano in entrambi i sensi.
@Pib:
è sempre lo scontro con le nostre aspettative che ci frega.
carne
sangue
dita
calore
occhio
Questa poesia avrebbe potuto intitolarsi corpo a corpo.
In effetti hai ragione Chiara. E non è la sola. E' tutto un periodo che la presenza fisica torna ogni tanto a insinuarsi nei miei pensieri.
E il motivo potrebbe essere meno banale di quello che sembra.
Lascia una traccia
<< Home