Dottor K

i matti stanno proprio tutti fuori

settembre 15, 2006

Perturbazioni

(questa è per te henry, nata dalla lettura dei tuoi versi. Come ti dicevo da cosa nasce cosa...)

Nelle tue parole
un paesaggio di fine estate,
nel mio cuore solo gelido inverno,
dall'altra parte, oltre questo vetro
spesso, grigie folate d'autunnale pioggia.
E nei miei occhi, stanchi, immagini
sbiadite di una primavera solo sperata.

Non so più quando sono.

7 Comments:

Blogger Henry said...

e' la seconda volta che mi dedicano dei versi e ora come allora sento di non essere all'altezza di questo dono che considero molto grande.

grazie. davvero.

ho amato sopratutto il tuo ultimo verso, che trovo bello e terribile allo stesso tempo.

la primavera arrivera', basta crederci.

9/15/2006 03:21:00 PM  
Blogger PiB said...

Le stagioni sono una convenzione...inziano e finiscono sempre in tempi e modi diversi...non sai piu quando sono se vuoi essere sempre

9/15/2006 07:06:00 PM  
Blogger artemisia said...

Ho da poco scritto un sonetto che (naturalmente) ha delle risonanze...per ora non mi piace, ma se riesco a farmelo piacere lo pubblicherò. Dopo questa poesia la soglia è più alta!

9/16/2006 08:33:00 AM  
Blogger Dottor K said...

@henry:
se mi fossi sforzato di trovare le parole non ci sarei assolutamente riuscito, sono venute così, semplicemente.
Ci sono tanti che sento meriterebbero ma dovranno aspettare. Per quanto possa sembrare strano, non dipende da me.
La primavera l’aspetteremo insieme...

@PiB:
come su un treno in corsa sono sempre dove devo essere.
Ma la volontà sfugge ancora più in fretta.

@Arte:
il mio stupore mi porta a fare sempre più domande. Un tempo il mio sentirmi costantemente incompleto mi aveva fatto credere che in qualche modo parti di me fossero state sparpagliate per il mondo alla mia nascita. Per questo facevo di tutto per ritrovare chi le custodiva. Forse che...?

Capisco bene l’insoddisfazione per ciò che si scrive, mi capita sempre, ma leggere il tuo sonetto sono sicuro che mi farà piacere.

@Chiara:
grazie davvero, ogni tanto qualcosa salta fuori :)

9/17/2006 06:54:00 PM  
Blogger artemisia said...

Conosco quella sensazione di "scrittura automatica" che a volte viene...come se qualcun altro scrvesse attraverso di noi.

Mi riconosco molto anche in quello che dici sui "pezzi di sè". Può anche voler dire che alcuni di noi sono pezzi di qualcos'altro.

9/18/2006 06:43:00 PM  
Blogger pecora nera said...

"immagini
sbiadite di una primavera solo sperata."
Quest'ultimo verso è decisamente melanconico;
la tua primavera: non solo è un'immagine; non solo è sbiadita, ma è come se non fosse mai esistita... non posso crederci dotto'!

9/19/2006 12:30:00 PM  
Blogger Dottor K said...

@Arte:
sarei proprio curioso di sapere di che cosa sono pezzo io.
In realtà un'idea ce l'avrei ma mi ci vorrebbero decine di pagine per spiegarlo.

@Gav:
meno male che ogni tanto vinci la tua ritrosia e lasci un segno qua da me.
Per il resto posso tranquillizzarti, il mio non è certo un piangermi addosso, piuttosto un senso di disorientamento che quando mi prende stravolge le mie percezioni.
E so bene che capisci cosa voglio dire.

9/19/2006 06:28:00 PM  

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