Dottor K

i matti stanno proprio tutti fuori

ottobre 02, 2007

Sogno, forse

Anche ora
in questo bianco letto
incatenato alle sue sponde
sprofondo in algide pareti
di questa stanza che m’osserva.

Ed ora voci
ed echi di ruscelli immaginati
silenziosi mi circondano,
in cristallini approdi
dei fuggitivi passi miei.

Se i ricordi
mutano in speranze
è ben poco
ciò che ci rimane.

10 Comments:

Blogger artemisia said...

Il confine tra ricordo e speranza è fluido come quel ruscello immaginato. Io non lo distinguo più.
Sarà poco, ma è tutto quello che resta.

10/02/2007 09:31:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

cosa resta? ricordo e speranza sono il presente. resta il futuro. libri ancora da sfogliare,mari da navigare, terre sulle quali piantare le nostre bandiere. ricordo e speranza in fondo sono noi stessi, come i sogni e le paure. io mi sento invece sempre così sganciata dal mio passato, eppure mi ha determinata e plasmata così tanto e tu lo sai martin.mi hanno insegnato ad andare il più vicina possibile alle cose. angela.

10/03/2007 08:06:00 AM  
Anonymous Anonimo said...

la natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l' uomo vi attraversa foreste di simboli, che l' oservano con sguardi familiari.
come lunghi echi che da lungi si confondono, in tenebrosa e profonda unità, vasta come la notte e il chiarore del giorno, profumi colori e suoni si rispondono.
vi sono profumi freschi come carni di bimbo, dolci come oboi, verdi come prati;altri corrotti ricchi e trionfanti, che posseggono il respiro delle cose infinite; come l' ambra , il muschio, il benzoino e l'incenso; e cantano i moti dell 'anima e dei sensi.

te l' ho detto.. me la ricorda un poco. spleen e ideal, dottore, that is the question.

10/03/2007 01:33:00 PM  
Blogger Dottor K said...

@Arte:
quel poco in certi momenti può essere davvero motivo di sconforto.
Ma non è detto che debba per forza essere così, potrebbe essere anche un punto di partenza.
Dipende da noi giusto?

@Angela:
tu più che un ruscello sei un fiume in piena, sei nell'unico modo in cui potresti essere e, come dici giustamente, io lo so bene.
E sono d'accordo che ci sono così tante cose che valgono la pena ed io per natura sono proiettato verso il futuro, perlomeno nel mio slancio fiducioso verso le cose.
La difficoltà sta a volte proprio nel riuscire a tenere accesa la fiammella quando i venti soffiano forti e decisi.

10/04/2007 03:21:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

fiume in piena, animale alla catena, giunco che si cala sotto la china, stelle ed acqua. possiamo essere tutto. c'è un dio in ogni uomo, un scintilla divina, un fuoco che sprizza scintille, un ruscello fresco e di breve rassicurante portata. possiamo essere tutto, se abbiamo il coraggio di essere tutto. angela.

10/04/2007 03:49:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

voglio raccontarti una storia, una storia greca. l' oratore demostene, forse il più grande dell' antichità, aveva difetti di dizione. si allenava da solo a vincere con la voce il rumore del mare, a volte con sassolini in bocca per perfezionare la pronuncia, a volte tagliandosi i capelli in modo indecoroso e non uscendo fino a quando fossero ricresciuti per costringersi allo studio solitario. era l' esempio della volontà, della disciplina. eppure, quest' uomo che aveva vinto se stesso ed i suoi limiti,fu sconfitto da un rude macedone che sapeva maneggiare solo la spada. non ebbe il coraggio di pronunciare la sue"filippiche" davanti a filippo il macedone. fa un grave scandalo che un greco fosse battuto dalla sola presenza di un barbaro. che dici, c'entra col ruscello e col fiume in piena?

10/04/2007 04:23:00 PM  
Blogger Dottor K said...

Ho capito bene il punto del tuo discorso Angela.
Non per questo le cose diventano più facili. Ma avere consapevolezza dei propri limiti è già un primo importante passo.

10/05/2007 04:54:00 PM  
Blogger Adynaton86 said...

Il letto candido, le pareti di un colore nevoso ed invernale, i ruscelli "silenziosi" e gli "approdi cristallini". Dottore mio, hai notato quanto ricorre la visione delle tonalità bianche? L'uso del cromatismo in parola ha reso la tua poesia un quadro senza niente di definito. Indefinizione assoluta e il suo inverso, tutto fuso nel bianco. Il bianco. Forse hai bisogno di protezione e concretezza, di qualcuno che si prenda cura di te in questo momento preciso, più che di ricordi che "mutano in speranze". Un abbraccio, Ady

10/08/2007 07:18:00 PM  
Blogger artemisia said...

Purtroppo no, non dipende solo da noi.

10/09/2007 12:22:00 PM  
Blogger Dottor K said...

@Ady:
rieccomi dopo lunga assenza, non pianificata a dire il vero ma fa tutto parte del percorso.
E proprio alla luce di esso acquista tutto un senso maggiore.
Stiamo parlando della progressiva ricerca di essenzialità.

@Arte:
non solo perlomeno...

10/22/2007 10:55:00 AM  

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